La potenza della domanda maieutica

Il valore delle domande

Se ti rivolgi a un counselor per essere aiutato a superare una difficoltà o per fare più chiarezza sul momento che stai attraversando, il counselor non sfornerà per te soluzioni pre-cotte , non ti propinerà i suoi punti di vista e le sue verità, perché sa che questo nel migliore dei casi ti servirebbe a poco e nel peggiore dei casi potrebbe portarti blocco o dipendenza o frustrazione.
Un counselor ritiene decisamente più utile ed efficace domandare piuttosto che rispondere.

Tendiamo tutti, chi più chi meno, ad attaccarci e a tenerci stretto il nostro piccolo bagaglio di opinioni, non di rado poco vagliate, di pregiudizi, di convinzioni. Tendiamo a crearci la nostra scorta di soluzioni pre-confezionate un po' per tutto. 
Nelle nostre interazioni quotidiane, spesso assistiamo a un gran via vai di risposte, che diamo e che riceviamo, nella vita privata, a scuola, al lavoro, tra amici. Risposte che ci rassicurano e che apparentemente ci sostengono, ma che di fatto producono una contrazione della nostra capacità di riflettere e un restringimento dei confini del nostro vivere. 

Più difficile ma molto più proficuo è invece sostare nelle domande e imparare ad aprirsi all'ignoto. Più impegnativo è mettersi in ascolto e coltivare una mente orientata all'esplorazione. 
Quando qualcuno ci chiede aiuto, il primo impulso è di rispondere cercando una soluzione per e al posto dell'altro. Molto spesso diciamo agli altri quello che secondo noi dovrebbero fare anche senza che ce lo chiedano. Ci è stato insegnato a fare così. 
Questo è ciò che il counselor non fa, per il semplice motivo che è un modo improduttivo - oltre che poco rispettoso - di relazionarsi col suo cliente. 

Il termine “counseling”  non significa “dare consigli”. Deriva invece dalla parola latina “consulo”, che vuol dire “venire in aiuto”, “avere cura di”. 
 

La finalità delle domande nel counseling

Un counselor ti pone domande che ti aiutino a chiarirti sui tuoi vissuti, ti domanda delle tue scelte, per aiutarti a riflettere se sono ciò che vuoi davvero, ti aiuta a riflettere sulle tue abitudini, per validarle oppure per modificarle, soprattutto, ti aiuta a riflettere sulle tue opinioni e convinzioni, a rivederle, ad aggiornarle, o anche, a volte, a ribaltarle, perché nell'idea che ti fai delle cose stanno molte radici dei tuoi problemi e insieme buona parte della loro soluzione.
Il counselor ti pone domande non tanto per acquisire informazioni, ma piuttosto per aiutarti a ricercare e ad attingere da dentro di te ciò che ti serve per far fronte al tuo problema o per ri-orientarti sul tuo cammino. 
Il counselor parte da una premessa: se sei messo nelle condizioni di farlo, sei in grado di accedere da te a una comprensione e a una lettura della difficoltà che stai attraversando e sei in grado di trovare da te le risposte adeguate. 

Porre domande è un'arte ed è facilmente intuibile che non tutte le domande sono ”buone”: ci sono domande inefficaci, o addirittura  domande che compromettono il processo di auto-comprensione e di crescita, domande che spengono la tua creatività, domande che soffocano la tua voce, domande dalle quali  ovviamente il counselor si astiene.
Il counselor si serve di domande aperte (quindi per esempio non pone domande che comportino un si o un no come risposta) e lo fa per stimolarti a parlare liberamente e ad approfondire la tua riflessione. Ti pone domande che ti aiutino ad immaginare le conseguenze di un comportamento, ad indagare qualcosa che finora non hai indagato, a precisare le tue idee, basandole su dati di realtà, cioè su prove e fatti. 
Un counselor pone domande maieutiche che, come dice la parola stessa, ti aiutano a “partorire” a “tirare fuori da te stesso” visioni nuove, risposte, verità che abbiano un senso e un valore per te, senza che ti venga imposto nulla. 
A volte il counselor ti pone domande stringenti, che comportano uno “scossone” positivo e che ti aprono a visioni più allargate, più obiettive, più utili, più sagge e che ti restituiscono un potere di cui non eri cosciente fino a quel momento.

Le domande del counselor ti aiutano ad arrivare a un nocciolo, per quanto non definitivo o assoluto, da cui ripartire. Ti aiutano a trovare una nuova base di partenza, coerente con i tuoi ideali, con i tuoi valori, con le tue aspirazioni. 
Non solo. Attraverso le domande, il counselor ti aiuta a sviluppare nuove abilità, a perfezionare o a rendere operanti quelle che già possiedi, ti sostiene nel mettere in pratica un'idea, ti aiuta ad apprendere dai tuoi errori, ti stimola a tirare fuori la tua creatività.